Disturbi del comportamento alimentare
Esistono diverse problematiche connesse all’alimentazione con tratti e caratteristiche particolari.
- BULIMIA
“L’ingordigia è un rifugio emotivo: è il segno che qualcosa ci sta divorando”
Principe De VriesÈ uno dei disturbi alimentari più frequenti, si caratterizza per l’irrefrenabile compulsione a mangiare, dovuta al desiderio sfrenato di consumare cibo. Chi soffre di questo disturbo può mangiare qualsiasi alimento solamente per il piacere di ingozzarsi.
- ANORESSIA
“L’astinenza è più facile della moderazione” S.Agostino
È una patologia alimentare caratterizzata dalla progressiva riduzione del cibo fino al suo completo rifiuto. Tende ad insorgere gradualmente, si alimenta da sola e la persona non riesce più a controllare le sue percezioni. L’astinenza tende a generalizzarsi oltre al cibo anche alle relazioni sociali e a ogni sensazione piacevole.
- BINGE-EATING
“Il piacere ha le sue ragioni che la ragione non conosce” Jeanne Stephani Cherbulier
Si caratterizza dall’alternanza tra prolungati digiuni ed estreme abbuffate. L’unica pratica che compensa le abbuffate si ritrova nel digiuno che amplifica il desiderio del cibo e che incentiva inesorabilmente la voglia di abbuffarsi nuovamente.
- ORTORESSIA
“Per gli ossessionati non c’è scelta: l’ossessione ha già scelto per loro, prima di loro” E. Cioran
È un disturbo che solo all’apparenza si configura come un disturbo alimentare perché può essere ricondotto nell’ambito delle fobie. La persona ha paura che il cibo possa portare qualche malattia o provocare eventi catastrofici. Nell’ortoressia c’è una selezione continua dei cibi che per il soggetto sono buoni e non pericolosi.
- VOMITING E/O BULIMIA NERVOSA
“Nei piaceri dei sensi, il disgusto confina con il godimento” Francis Bacon
Il Centro di terapia strategica di Arezzo, attraverso le ricerche cliniche è giunto all’individuazione di un disturbo che si configura con caratteristiche proprie, ovvero la sindrome da vomito (vomiting). All’inizio il vomito rappresenta la soluzione, per mangiare senza ingrassare, poi attraverso la sua ripetizione, la sequenza del mangiare e vomitare, si trasforma in un rituale sempre più piacevole. Così, la persona in modo rituale mangia per poi vomitare, non con l’obiettivo di dimagrire (presente in origine) ma per sentire sensazioni piacevoli.
Analizzando la struttura del disturbo, notiamo che questo si caratterizza per una fase eccitatoria, in cui si anticipa mentalmente l’abbuffata; una fase consumatoria, in cui si ingurgita una grande quantità di cibo fino a riempirsi, e infine una fase di scarica, in cui ci si libera.
L’atto del mangiare e vomitare assume le caratteristiche di un vero e proprio rituale erotico.
Questa patologia, infatti, si basa proprio sul piacere di mangiare e vomitare in modo ritualizzato divenendone schiavi.
L’obiettivo è trasformare la sensazione da piacevole in sgradevole, da piacere in tortura.